Idrokinesiterapia per il dolore e la riabilitazione dell’anca, sintomi, terapie, soluzioni

INDICE
Il dolore all’anca è una condizione patologica molto diffusa, spesso causata da osteoporosi o da un anomalo contatto tra i due capi articolari. Il problema può essere a livello del passaggio testa-collo del femore o a livello dell’acetabolo. Questo conflitto causa doloreinfiammazione e difficoltà nel movimento.
 
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Queste problematiche, possono evolvere negli anni verso una grave coxartrosi, che rende necessario un intervento chirurgico che riporti l’anca ad una corretta congruenza articolare. L’intervento viene eseguito in artroscopia, con basso impatto invasivo ed eccellente riparazione anatomica delle lesioni.
 

QUALI SONO I SINTOMI DEL DOLORE ALL’ ANCA?

Il primo sintomo di una sindrome da conflitto articolare è il dolore, localizzato lateralmente, nell’area trocanterica.  Il dolore diventa molto più contnuo e intenso col passare del tempo, soprattutto  in posizione supina. La rotazione interna è spesso ridotta o completamente assente, proprio come il movimento combinto di flessione, abduzione e rotazione esterna.

COME SI DIAGNOSTICA IL DOLORE ALL’ ANCA?

Un esame radiologico standard del bacino e delle anche può essere sufficente per una prima diagnosi certa di impingement femoro-acetabolare.
Nell’anca normale, il bordo anteriore dell’acetabolo rimane in una posizione mediale rispetto al bordo posteriore. Al contrario, in caso di retroversione acetabolare o eccessiva copertura da parte delle pareti acetabolari verso la testa del femore, il bordo anteriore dell’acetabolo si trova in una posizione più esterna rispetto al bordo posteriore. La risonanza magnetica completa gli accertamenti radiologici, consentendo una precisa valutazione delle strutture articolari, soprattutto dopo l’introduzione articolare per mezzo di contrasto.
 

TERAPIA PER IL DOLORE ALL’ ANCA

La riabilitazione dopo l’atrosopia dell’anca è lunga ed ha una sua peculiarità, quindi è importante seguire il paziente durante l’intero protocollo post-operatporio.  La riabilitazione può essere suddivisa in quattro fasi. Il tempo di recupero per un’attività completa è in genere di quattro mesi, ma può durare più a lungo in base ai riscontri introperatori che possono richiedere una prolungata riabilitazione. In tutte le fasi, dopo aver rimosso i punti di sutura è consigliatissima l’IDROKINESITERAPIA come supporto alla terapia “a secco” e strumentale.
 

SOLUZIONI PER IL DOLORE ALL’ ANCA

La Prima Fase, post-chirurgica può essere definita in assoluto come la fase più delicata ed importante di tutto il processo riabilitativo. Questo inizia subito dopo l’intervento e si potrae per le prime 4-6 settimane circa. In questa fase si hanno degli obiettivi speifici:
  • il recupero del ROM articolare (si può iniziare già l’uso della cyclette senza resistenza e a sellino alto sin dai primi giorni);
  • protezione dei tessuti invia di riparazione, tramite massaggi drenantitecarterapia per ridurre l’ematoma e magnetoterapia per stimolare i tessuti;
  • riduzione del dolore e dell’infiammazione propria del post-intervento, utilizzando correnti antalgiche e laser-terapia;
  • prevenzione all’inibizione muscolare: sarà dunque fondamentale iniziare un lavoro isometrico e parzialmente propriocettivo per stimolare la loro funzione neuromuscolare;
  • IDROKINESITERAPIA in scarico completo o parziale per una precoce mobilizzazione appena venga eseguita la rimozione dei punti di sutura.
 
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La Seconda Fase, l’intermedia, va dalle 4-6 settimane alle 6-8 settimane, prevede un’autonomia del paziente più alta anche  nell’esecuzione degli esercizi ed un lavoro riabilitativo selettivo di recupero muscolare. Si continuerà con l’uso della cyclette a resistenze progressive, tapis roulant  per lo schema del passo, per la fluidità ed incremento degli esercizi propriocettivi. Così si procede ad un incremento progressivo della forza musolare, anche con i lavori isotonici sotto soglia ed esercizi a catena cinetica chiusa.
Per passare alla fase successiva è importante che vengano raggiunti gli obiettivi di pieno recupero articolare su tutti gli assi , corretto schema del passo e che la forza sia tra il 60% ed il 70% per i vari gruppi muscolari interessati, sempre rispetto al controlaterale. Un altro mezzo fondamentale per la fase immediata ed intermedia è l’idrochinesiterapia, con la quale il paziente può recuperare in modo attivo i movimenti, lavorare sulla riattivazione muscolare, sul corretto schema del passo e sulle retrazioni muscolari, il tutto in completa protezione ed in assenza di carico, preparandolo così alla attività di palestra.
 
La Terza Fase, ovvero l’avanzata, comprende dalla 6°-8° settimana fino alla 12°. Qui il lavoro è pienamente attivo: si potrà aumentare il recupero della forza e della resistenza muscolare attraverso l’incremento degli esercizi (sia a catena cinetica aperta che chiusa), si andrà a recuperare la resistenza cardiovascolare , aumentando i carichi sia in cyclette che in ellittica. Il lavoro propriocettivo in questa fase ha un ruolo cruciale, ovvero riattivare la capacità del corpo a reagire agli stimoli esterni, aumentando la percezione dello spazio e la prontezza muscolare.
 
La Quarta Fase, è la fase di allenamento specifico allo sport o al ritorno delle normali attività giornaliere e questa ha inizio dalla 12° settimana. A questo punto abbiamo il completo raggiungimento dell’articolarità e carico senza dolore: l’attività muscolare ha raggiunto elasticità e forza tale da poter gestire gli esercizi ed il rientro all’attività sportiva.
Studi scientifici recenti dimostrano come l’Idrokinesiterapia inserita nel percorso riabilitativo “tradizionale” sia di estrema importanza nel trattamento delle problematiche articolari a livello di anca e bacino, per un ottimale recupero in tempi molto ridotti rispetto alla sola terapia “a secco”.  

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